Quartetto Werther
Misia Iannoni Sebastianini, violino
Martina Santarone, viola
Vladimir Bogdanovic, violoncello
Antonino Fiumara, pianoforte
Gustav Mahler
Quartettsatz in la minore – Nicht Zu Schnell
Alessandro Solbiati
Imago
Prima Esecuzione Assoluta
Gabriel Fauré
Quartetto in sol minore n.2 Op.45
Allegro molto moderato
Allegro molto
Adagio non troppo
Allegro molto
Gustav Mahler dedicò tutta la propria vita artistica all’orchestra, il medium privilegiato per l’espressione della sua immaginazione sonora, sia come compositore sinfonico e liederistico, sia come direttore e interprete di successo. Da questo punto di vista, il Movimento di Quartetto (“Quartettsatz”) con pianoforte in la minore costituisce un unicum nella produzione mahleriana, che non comprende altre composizioni prettamente cameristiche.
Il Quartetto, inoltre, ha un grande valore documentaristico, in quanto rappresenta una delle poche testimonianze che ci sono giunte del periodo in cui Mahler studiava al prestigioso Conservatorio della “Gesellschaft der Musikfreunde” di Vienna (dal 1875 al 1878).
Pur trattandosi di un lavoro giovanile frutto di un solo anno di studi di composizione, il Quartettsatz rivela una notevole padronanza di tecniche compositive. L’impianto di forma-sonata e l’interessante scrittura pianistica dimostrano la confidenza di Mahler col grande repertorio per pianoforte, da Beethoven a Schubert, Chopin, Schumann e Brahms. Ed è proprio l’influenza brahmsiana quella che si percepisce con chiarezza nel tema di apertura del movimento, lirico e ben equilibrato, mentre il secondo gruppo tematico viene presentato in una nuova area armonica segnata da un deciso cambiamento di tempo, tratto che diventerà distintivo nella successiva evoluzione dello stile compositivo mahleriano.
La raffinata elaborazione tematica dello sviluppo rivela una notevole disinvoltura e inventiva ed uno stile già originale. Nella ripresa, riproponendo il cambiamento di tempo, Mahler introduce un’inaspettata escursione armonica nella tonalità di fa diesis minore, per poi giungere ad una melanconica conclusione, preceduta da una sorta di breve cadenza per violino.
Il brano si presenta dunque particolarmente ricco di interessanti dettagli che infrangono le convenzioni classiche nel trattamento della forma e dell’armonia, tanto da anticipare il clima espressivo della prima produzione cameristica di Schönberg.
Imago per quartetto con pianoforte, è stato composto nella tarda primavera del 2024 su commissione della Società dei Concerti di Piacenza ed è dedicato al Quartetto Werther e ad Anna Leonardi.
Il titolo latino significa “orma, impronta” ed è particolarmente legato al brano. Per tutto il 2023 ho composto l’opera Voce del silenzio, che, in cartellone tra ottobre e novembre 2024 al Teatro Comunale di Bologna che me l’ha commissionata, è stata all’ultimo momento rinviata all’autunno 2026 per motivi del tutto indipendenti da me e dall’opera stessa.
Il nucleo narrativo di quest’opera, un testo per me fondamentale da più di 40 anni, è costituito dalla fuga del profeta Elia nel deserto e dalla conseguente teofania più affascinante dell’intera Bibbia, dato che Dio gli si manifesta solo nella forma della “voce di un silenzio profondo”. In preparazione di quest’opera avevo composto nel 2018 un brano sinfonico intitolato Sinopia, sorta quindi di “disegno preparatorio”. Allo stesso modo, Imago è la traccia lasciata in me a posteriori dall’opera e da quella potente narrazione di cui segue le fasi.
Si parte con alcuni minuti di musica lacerata e dispersa, come Elia era al momento della fuga nel deserto, minacciato di morte e svuotato di ogni certezza. Si continua con la rappresentazione simbolica delle tre potenti forze, fuoco, vento e terremoto, sempre più incombenti ma vuote della presenza divina. Giunti al climax, un suono esterno, una piccola campana tibetana, apre la seconda parte, quella in cui la “voce del silenzio” si manifesta con leggerezza, nella forma dell’incantamento, del canto, dell’esortazione al cammino di ritorno e del corale di preghiera.
L’assenza di testo e voci mi ha permesso di tradurre in puro suono questo percorso così profondo e per me significativo.
Alessandro Solbiati
Il Quartetto in sol minore op. 45 per pianoforte ed archi è stato completato da Fauré nel 1886 dopo aver composto già qualche anno prima per la stessa formazione il Quartetto in do minore op. 75, brano di ascolto più frequente per il pubblico odierno. Tuttavia è proprio nel Quartetto op. 45 che Fauré delinea con maggiore chiarezza il proprio stile compositivo, proiettandosi nel Novecento attraverso un’economia di mezzi espressivi che mira ad un’arte essenziale e priva di componenti manieristiche e sentimentali.
Il primo movimento, Allegro molto moderato, si apre con il pianoforte che definisce la tonalità, quasi si trattasse di un Lied, per creare poi una sorta di scintillante tappeto sonoro sul quale si staglia la melodia del primo tema cantata all’unisono dal violino, dalla viola e dal violoncello. Valorizzati dall’accompagnamento del pianoforte, gli archi
fondono dunque le loro singole voci in un unico timbro carico di tensione, da cui scaturiscono una intensità melodica e una penetrante qualità sonora non comuni, che conferiscono un respiro quasi sinfonico. Successivamente la densità della scrittura si assottiglia, parallelamente al graduale rallentamento del ritmo e ad un ridimensionamento delle sonorità, fino a raggiungere una condotta polifonica molto più rarefatta, con pause del violoncello. Il tema appare qui in una versione più concisa, per poi subire metamorfosi ritmiche fino all’entrata di un nuovo motivo presentato dalla viola. Tale motivo darà sostanza ad una sorta di transizione caratterizzata dall’impiego di contrastanti figure ritmiche, da cui emerge il secondo gruppo tematico, dal carattere più pacato, derivato dal materiale tematico presentato inizialmente dall’unisono degli archi.
Sarà proprio questo secondo tema ad essere ampiamente elaborato nel movimento seguente, uno Scherzo vivace e agitato, in cui il continuo movimento della linea pianistica si sviluppa sotto a ritmici pizzicati degli archi. Da questo clima espressivo febbrile si passa all’atmosfera placida e serena dell’Adagio non troppo in mi bemolle maggiore, caratterizzato da un trattamento timbrico di grande raffinatezza, A questo proposito risulta illuminante una dichiarazione di Fauré contenuta in una lettera alla moglie dell’11 settembre 1906, che diventa quasi un manifesto di estetica: “È solo nell’Andante del Secondo Quartetto che mi rammento di aver tradotto, quasi involontariamente, il ricordo lontano d’un carillon di campane che, la sera… ci giungeva… quando il vento soffiava dall’ovest. […] Su questo mormorio si eleva una fantasticheria che, come tutte le fantasticherie, sarebbe letteralmente intraducibile. Soltanto, non accade forse di frequente che un fatto esteriore ci faccia scivolare in una serie di pensieri così imprecisi da non essere realmente dei pensieri, ma comunque qualche cosa in cui ci si crogiola? […] Ed è proprio lì il regno della musica”. Il motivo del carillon di campane risuona nei contrasti chiaroscurali del pianoforte, su cui si staglia la lunga frase della viola, in un clima evocativo da “Notturno”.
Del tutto contrastante risulta invece il Finale del Quartetto, Allegro molto, in cui ritorna, profondamente rielaborato, parte del materiale motivico dei precedenti movimenti. L’introduzione presenta un tema di impetuosa energia, caratterizzato da continui spostamenti ritmici che contribuiscono a determinare una condotta armonica cangiante e quasi evanescente. Il secondo motivo, invece, si presenta in forma di grappoli di accordi che danno vita a sofisticate progressioni, ulteriormente rielaborate nel successivo sviluppo e soprattutto nella ripresa, che conduce poi allo slancio finale a velocità doppia, in una conclusione di trascinante virtuosismo strumentale.
Quartetto Werther
Vincitore del XXXIX Premio “Abbiati”, Premio “Farulli” 2020, Terzo Premio al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Pinerolo e Terzo Premio al Concorso Internazionale di Musica da Camera “Trio di Trieste”, il Quartetto Werther, è oggi una delle formazioni cameristiche italiane emergenti in maggiore ascesa nel panorama concertistico nazionale ed internazionale.
Nel 2022 ha conseguito il Diploma dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nella classe di Carlo Fabiano ricevendo una “menzione speciale per le eccezionali doti cameristiche”, riconoscimento mai assegnato in più di 80 anni di storia dei Corsi dell’Accademia. Hanno ottenuto inoltre il Premio del Presidente della Repubblica alla memoria di Giuseppe Sinopoli, consegnato direttamente da Sergio Mattarella durante una cerimonia ufficiale presso il Palazo del Quirinale.
Il Quartetto Werther ha già all’attivo numerosi concerti e collaborazioni con importanti Festival ed associazioni concertistiche, tra cui Società dei Concerti di Milano, Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Bologna Festival, Fondazione Perugia Musica Classica, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Istituzione Universitaria dei Concerti, Amici della Musica di Firenze, Moscow International House of Music, Accademia Filarmonica Romana, Musikàmera, Teatro Ristori di Verona, Associazione “Angelo Mariani” di Ravenna, Teatro Sociale di Como, Associazione Chamber Music di Trieste, Festival Bartolomeo Cristofori di Padova, Amici della Musica di Palermo, Accademia Filarmonica di Messina, Festival delle Nazioni, Fondazione Musicale “Santa Cecilia” di Portogruaro, Società dei Concerti di Parma, l’Ente Concerti di Pesaro, il Festival Musikdorf Ernen.
Nel 2021 è andata in onda una trasmissione a loro dedicata in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in cui si sono esibiti in diretta RaiRadio3 e RaiReplay, eseguendo i Quartetti di Mahler e Richard Strauss. Nel 2022 sono stati ospiti del Festival Trame Sonore di Mantova, durante il quale si sono esibiti in una Masterclass Concerto con Alfred Brendel.
Fondato a Roma nel 2016, è dal 2018 membro del circuito Le Dimore del Quartetto. Si è subito imposto all’attenzione del panorama musicale italiano ottenendo il Secondo premio al “Concorso Internazionale di Musica “L. Boccherini” di Lucca e il primo premio al Premio “A. Burri” organizzato dal Festival delle Nazioni di Città di Castello. Si è formato alla Scuola di Musica di Fiesole e al Conservatorio “A. Boito” di Parma nella scuola cameristica del Trio di Parma e di Pierpaolo Maurizzi, docenti che rivestono tutt’ora un importante punto di riferimento per il Quartetto. Di grande importanza rivestono inoltre i consigli di Rainer Schmidt e Patrick Jüdt con il quale proseguono il lavoro di ricerca e approfondimento del repertorio all’interno dell’ECMA (European Chamber Music Academy). Nel 2021 è uscito per l’etichetta olandese Brilliant Classics il loro primo CD Fauré Piano Quartes, dedicato all’integrale dei quartetti per archi e pianoforte di Gabriel Fauré. Il CD ha ottenuto immediatamente ottimi riscontri di critica ed è stato trasmesso alla Radio della Svizzera italiana nell’ambito della trasmissione La Recensione ed a RAI Radio3 nelle trasmissioni Primo Movimento e Radio3 Suite.
Un nuovo progetto discografico, che sarà pubblicato a fine 2024, avrà come soggetto la figura di Goethe, al quale F. Mendelssohn dedicò il suo terzo Quartetto e al quale Brahms si ispirò nel comporre l’ultimo dei suoi tre Quartetti. Il Werther promuove inoltre l’esecuzione della Musica contemporanea italiana, collaborando con celebri compositori come Nicola Campogrande e Alessandro Solbiati, il cui brano “Imago”, scritto e dedicato al Quartetto, verrà eseguito in prima assoluta per la Società dei Concerti di Piacenza.
Il 2024 ha visto inoltre il loro debutto in “Sala Verdi” del Conservatorio di Milano per la Società dei Concerti e l’affermazione con il secondo premio al Concorso Internazionale di Musica da Camera “Gianni Bergamo” di Lugano. A Gennaio 2025 saranno ospiti della prestigiosa Kammermusik Basel, in concerto presso lo Stadt-Casino di Basilea.